
Martedì 27 Luglio ore 21:00
SEBASTIANO BARISONI
Libro: TERRA INCOGNITA
Presso: VILLA SAN FERMO LONIGO (VI)
Siamo su una nave in tempesta, in cerca della rotta giusta per una terra ancora sconosciuta.
Sebastiano Barisoni: Roma 11 dicembre 1968, è giornalista e conduttore radiofonico.Di famiglia triestina, nasce a Roma, cresce a Venezia e per tanti anni vive a Verona. Si laurea in Relazioni Internazionali all'Università degli Studi di Firenze. Dopo aver iniziato la carriera come giornalista professionista nel 1996, ha lavorato a Londra per tre anni presso la Bloomberg Television. Nel 1999 entra a far parte della squadra di Radio 24 sin dalla nascita dell'emittente : si occupa di finanzia e risparmio, e dopo una prima fase in cui conduce Salvadanaio, passa alla conduzione del programma Focus Economia, in cui quotidianamente tratta della giornata economico-finanziaria. Nell'organigramma di Radio 24 è uno dei tre caporedattori e riveste anche il ruolo di vicedirettore esecutivo .Nel mese di dicembre del 2020 pubblica il suo primo libro “Terra Incognita” in cui riflette sull’economia dopo la pandemia. 
Il libro: Stiamo attraversando una crisi economica o una vera e propria rivoluzione? Per capirlo non serve paragonare la fase che stiamo vivendo con il crollo finanziario del 2008 o la Grande Depressione perché in quei casi si era inceppato il motore economico. Oggi invece assistiamo all'aggravarsi di una mancata crescita, per ragioni sanitarie. E occorre chiedersi se sia davvero il caso di archiviare definitivamente la globalizzazione, come sostengono in molti, o piuttosto ricordare quali conquiste di ricchezza e libertà ha portato in tutto il mondo. La verità è che l'emergenza del Coronavirus ha accentuato in modo drammatico le caratteristiche di un processo già in atto. E che sarebbe ora di iniziare a modificare i maggiori fattori nocivi di quel modello cogliendo gli aspetti migliori della rivoluzione digitale, a partire dalla continua ricerca del valore aggiunto che guida le nostre scelte economiche e che pone il consumatore in una posizione di forza mai vista prima. Ma per non subire passivamene una rivoluzione dettata dal web occorre anche riconoscere che ci sono aspetti di umanità e di empatia che l'intelligenza artificiale e gli algoritmi non sono in grado di raggiungere e su cui le imprese dovrebbero puntare forze e strategie. Con passione divulgativa e lucidità di analisi Sebastiano Barisoni spiega in queste pagine la nostra resistenza al cambiamento e l'illusione di un ritorno all'età dell'oro intrecciando storia (anche personale) ed economia, casi e metafore, teorie e dati, per suggerire come leggere il presente e il prossimo futuro tra rischi e incertezze, fallimenti e speranze, superando i pregiudizi e gli stereotipi che offuscano l'orizzonte.

La villa San Fermo (o villa Giovanelli) si trova a Lonigo (VI), su un colle a circa 500 metri dal centro cittadino. Superata una breve salita, si trova l'ingresso della villa, ora Istituto dei padri Pavoniani. Attualmente il complesso comprende vari edifici: l'Ingresso dei Fiumi, la Cavallerizza, il teatro, la chiesa con il suo chiostro e la villa.L'origine risale al X secolo, epoca in cui una comunità di monaci di San Benedetto di Polirone (Mantova) si insediò in questo luogo, edificandovi un'abbazia e la chiesa di San Fermo e Rustico. L'abbazia passò poi sotto la giurisdizione dei monaci di San Giorgio in Alga. Il monastero venne soppresso nel 1668 da Clemente IX e nel 1670 venne acquistato da Nicolò Venier, procuratore di San Marco. In seguito l'abbazia passò ai Contarini per eredità e nel 1834 venne acquistata dai Giovanelli. Nel 1838 Andrea Giovanelli, dopo aver ricevuto il titolo di principe dall'imperatore d'Austria, fissò la sua dimora di campagna a Lonigo, nel cuore delle sue grandi proprietà terriere. I principi Giovanelli trasformarono, con lunghi lavori di abbellimento, il convento in una villa-palazzo in grado di simboleggiare la loro potenza economica. Ai Giovanelli subentrò nel 1933 l'Ordine dei Gesuiti, ciò per donazione da parte di Ambrogio Viganò, industriale brianzolo,in occasione della consacrazione all'Ordine del figlio Mario e infine, nel 1968, l'Ordine dei Pavoniani, che ne sono gli attuali proprietari.
Nessun commento:
Posta un commento